Notiziario tematico

Obbligatorietà del congedo parentale per gli uomini della durata di quindici giorni dopo la nascita del figlio. Divieto di cumulo delle poltrone nei consigli di amministrazione delle società quotate e a capitale pubblico. Sono i due disegni di legge sui quali si concentreranno ora gli sforzi di Lella Golfo, deputato e presidente della Fondazione Marisa Bellisario, dopo i successi dell'approvazione della legge sulle quote di genere nei cda delle quotate e partecipate pubbliche e dopo la grande kermesse del convegno nazionale della Fondazione Marisa Bellisario appena concluso a Milano.

NEW YORK - Dopo Meg Whitman, chiamata pochi giorni fa a salvare la Hewlett-Packard, Virginia «Ginni» Rometty alla guida di Ibm. «L'onda lunga delle donne entrate nelle corporation nei primi Anni 80 invade le stanze del potere» esultano i siti americani di management al femminile. Indra Nooyi di Pepsi, Ursula Burns della Xerox ed Ellen Kullman del gruppo chimico DuPont ora sono meno sole. La conquista di Ibm, secondo gruppo tecnologico d'America, superato per capitalizzazione solo dalla Apple, è una pietra miliare. Ma Birute Regine di Butterflies.com riporta tutti coi piedi per terra: «Le cose stanno cambiando ma troppo lentamente: solo il 2% delle 500 aziende dell'indice Fortune non hanno più un uomo alla guida».

Le mamme acrobate? Dilettanti. La nuova frontiera delle fatiche femminili si varca alla soglia dei cinquanta. Quando i figli - ventenni o giù di lì - sono ancora in casa, con addosso le camicie stirate dalla mamma e le gambe sotto il tavolo a pranzo e cena. I genitori, ormai ottantenni, tendono la mano bisognosi di aiuto e compagnia. E in ufficio un bel mattino il capo ti accoglie, spalleggiato dal rampante assistente nei suoi primi trent'anni:
«Siamo costretti a ridurre il personale, la tua posizione da domani non esiste più». Tradotto: arrivederci e grazie.

Negli anni Sessanta la ricerca era nel nostro Paese parte integrante e rilevante del processo di crescita. Giulio Natta aveva ottenuto il Nobel per la chimica, Daniel Bovet e Francis Crick, altri premi Nobel, trascorrevano lunghi periodi di lavoro in Italia. L'industria del farmaco prosperava sulle scoperte di antibiotici e l'Olivetti era modello industriale e culturale a livello mondiale.