Notiziario tematico

Il futuro incomincia oggi. Le donne che in questi mesi si sono spontaneamente e capillarmente organizzate per imporsi come protagoniste visibili e riconosciute nella sfera pubblica non possono esimersi dall´interloquire con l´agenda politica ed economica che si sta definendo in questi giorni.

Non è certo un momento facile. Mentre si stanno valutando i limiti e gli arretramenti di conquiste fatte in tempi più favorevoli, si devono fare i conti con una situazione difficile sotto tutti i punti di vista.
Non si tratta solo di fare i conti con il peso delle conquiste mancate, dell´arretramento della cultura politica, dell´esasperante immobilismo di quella imprenditoriale, del permanere di un monopolio maschile quasi intoccato in tutte le sfere decisionali. Occorre anche definire una agenda economica e politica che sia equa (anche) dal punto di vista delle chance e dei costi specifici per le donne, in un contesto caratterizzato da risorse finanziarie ridotte, dove la discussione sembra riguardare esclusivamente quali diritti acquisiti colpire e quali difendere: con poco spazio per una ridefinizione dei diritti stessi e dei loro soggetti.

Dopo il fallimento dei precedenti tentativi di Google, come Buzz e Wave, è bene andarci cauti prima di recensire un nuovo servizio “social” della grande G. Il neonato Google Plus, lanciato giovedì scorso, sembra però essere partito col piede giusto, prendendo il meglio da Facebook e aggiungendoci una migliore gestione della privacy e dei piccoli grandi ritocchi, come gli “hangouts”, i ritrovi in videoconferenza, che stanno facendo andare in brodo di giuggiole i primi utilizzatori.

Le prime reazioni degli “early adopter” sono state per lo più positive, anche se c’è stato chi ha sottolineato come G+ sia ancora ben lontano dal poter essere un “Facebook killer”, se non altro perché con una bacino di 700 milioni di utenti ormai fidelizzati, il network di Zuckerberg gode di un vantaggio competitivo difficile da eguagliare. Tuttavia ci sono anche parecchi indizi che portare a ritenere che Google Plus non farà la fine di Buzz.

Il principale, da cui discendono tutti gli altri è che, come hanno dichiarato gli stessi ingegneri di Mountain View, G+ non è un servizio, ma “un progetto” il che, tradotto, significa che, come indica il nome stesso, Plus non è altro che un’estensione, un potenziamento di tutte la applicazioni facenti parte dell’ecosistema Google, con cui è perfettamente integrato.

Una volta registratisi al servizio e inserite le proprie credenziali nella barra orizzontale del proprio account appaiono un paio di nuovi pulsanti: un’icona che segnala qualsiasi notifica in arrivo (come accade su Facebook) e un pulsante “share” per condividere qualsiasi contenuto interessante con la propria “cerchia” di amici. Già, le “cerchie”.

di

“Azienda licenzia solo le donne: “Così stanno a casa con i figli”. Trovate questo titolo nella home page di Corriere.it.
In attesa che l’azienda, la Mavib di Inzago, in provincia di Milano, offra la propria versione, il caso mette in evidenza alcuni elementi generali su cui vale la pena fermarsi.

Sondaggio Nielsen, seguite da messicane e russe
 
TOKYO - Le donne indiane sono le piu' stressate al mondo, seguite dalle messicane e dalle russe. E' quanto emerge da un sondaggio Nielsen condotto in 21 Paesi emergenti e non, e pubblicato oggi. Oltre l'87% delle donne indiane ha dichiarato di sentirsi stressata e l'82% di non aver tempo per rilassarsi. Al secondo posto ci sono le messicane, con il 74%, al terso le russe con il 69%. Nel mondo sviluppato invece le piu' stressate sono le spagnole (66%) e le francesi (65%), seguite dal 53% delle americane.

Fonte: ANSA