Notiziario tematico

Il 67% delle piccole imprese  italiane ha un sito web, il 24% usa i social network, il 7%  fa l' e-commerce.  Questo significa essere "tech-savvy"? No, forse non basta. Suggestivo questo termine anglosassone,  che vuol dire esperti in tecnologia, ma esperti davvero. Lo ha pronunciato questa mattina alla fine di un seminario in Assolombarda a Milano il presidente di Microsoft International Jean-Philippe Courtois,  on tour in Italy per predicare l'innovazione secondo gli eredi di Bill Gates:  fino a un momento prima lo stesso era segnalato a una tavola rotonda  sulla via en rose allo smart working intitolata  "Women on the Rise" .  Il titolo dell'incontro con le imprese, invece, era "Digitali per crescere". E se le piccole imprese italiane diventassero digitali, ma digitali davvero, ha aggiunto e documentato con slide  Courtois,  i loro fatturati si moltiplicherebbro per quattro e i posti di lavoro creati addirittura per sei. Carlo Purassanta, ad di Microsoft Italia da un anno, aggiunge che il  mercato del cloud in Italia ha é cresciuto del  240% in due anni e che gli imprenditori che incontra adesso hanno giù fatto un bel salto quanto a " tech-saviezza".  

Gli acquisti online in Italia sono un trend in costante crescita, ma è l’incidenza di quelli da smartphone e tablet che in un solo anno è più che raddoppiata, passando dal 4% del 2012 al 12% del 2013, con un +200% messo a segno in un solo anno e un valore di 1,7 miliardi di euro. E in poco più di un caso su due si tratta di una transazione che avviene da tablet, con una leggera prevalenza rispetto all’acquisto da smartphone.

Queste sono le principali salienze emerse in occasione del Netcomm e-Payment 2014, in cui sono stati diffusi i dati rilevati da Human Highway sui comportamenti degli utenti, con un focus specifico dedicato all’utilizzo per gli acquisti di device mobili e tradizionali, e alla propensione verso gli strumenti di pagamento più usati sul web.

“Nell’osservare i dati che presentiamo oggi sorprende la crescita e l’utilizzo dei device preferiti per effettuare gli acquisti: dal 2012 in cui era pari al 4%, si è passati a circa il 12% a fine 2013 – commenta Roberto Liscia Presidente di Netcomm e delegato Ecommerce Europe per l’Italia. Evidentemente i dispositivi mobili si confermano essere la vera tecnologia abilitante nell’ecommerce e grazie alla diffusione capillare fra gli italiani – sarebbero circa 20 milioni di utenti in mobilità che usano sia tablet sia smarthphone – si stanno collocando come un canale di vendita a disposizione di aziende e player che operano online. Un canale che risulta particolarmente vincente per alcune tipologie specifiche di prodotti e servizi, dai libri ai biglietti per eventi alle ricariche, per un valore complessivo intorno all’1,7 miliardi di euro. 

ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e IAP hanno firmato ieri un Protocollo di intesa volto a consolidare modelli di comunicazione ispirati al rispetto della dignità della donna e del principio di pari opportunità. La collaborazione tra ANCI e IAP ha lo scopo di ampliare l’efficacia dell’Autodisciplina, estendendone il controllo su quella parte di affissioni che alcune volte risultano escluse dall’ambito di competenza dello IAP, con un chiaro vantaggio per i cittadini.

Il Protocollo spinge infatti anche i piccoli inserzionisti che si servono di affissioni pubblicitarie locali ad adottare modelli di comunicazione commerciale che non contengano immagini o rappresentazioni di violenza contro le donne; che tutelino la dignità della donna nel rispetto del principio di pari opportunità e che propongano una rappresentazione dei generi coerente con l’evoluzione dei ruoli nella società , evitando il ricorso a stereotipi di genere offensivi.

ANCI inviterà i Comuni a modificare la propria regolamentazione in materia di pubbliche affissioni e di trasmettere allo IAP, anche su segnalazione dei cittadini, i messaggi ritenuti lesivi della dignità della donna. IAP si impegna ad esaminare le segnalazioni con la massima celerità, al fine di intervenire nel minore tempo possibile sulle comunicazioni commerciali che risultano in contrasto con le norme del Codice di autodisciplina.

Lo scorso anno, previste 104mila assunzioni “rosa” nelle imprese.

Ogni quattro imprese esistenti nel nostro Paese, una ha una donna al comando. In diverse realtà provinciali, come Avellino e Benevento, o regionali, come il Molise, l’esercito delle donne che fa impresa raggiunge il 30% del totale. In alcuni settori, poi, come la sanità e i servizi alla persona, quasi una impresa su 2 è “rosa”. Questa la fotografia dell’universo dell’imprenditoria femminile in Italia nel 2013, scattata dall’Osservatorio di Unioncamere. A fine dicembre scorso, 1.429.897 imprese a guida femminile, pari al 23,6% del totale del tessuto produttivo nazionale, hanno trovato comunque le risorse e le energie per crescere di 3.415 unità rispetto allo stesso periodo del precedente anno. Meno del passato, certo, ma con il coraggio, l’ostinazione e la creatività che tante donne hanno saputo dimostrare nel tempo. E persino con più temperamento della media, visto che il loro incremento è percentualmente superiore a quello del totale delle imprese (+0,24% contro +0,20%). Una dinamica peraltro confermata anche dai dati del triennio: tra dicembre 2011 e dicembre 2013, infatti, le imprese in rosa segnano una variazione percentuale  dello 0,75% (pari a +10.713 unità), a fronte di una media dell’intero tessuto imprenditoriale italiano che, nello stesso periodo, è avanzato dello 0,56%.