Notiziario tematico

Accesso alla rete, cittadinanza digitale, open gov e open data, diritto a curarsi in qualsiasi Paese europeo grazie al fascicolo sanitario elettronico...L'Italia ha dimenticato di fare parecchi compiti a casa, sul piano dei diritti. Ecco il quadro delle lacune.

Da qualche mese – in particolare da quando ho iniziato a scrivere il documento di smart specialisation strategy del Piemonte[1] – mi sono affezionato alla definizione di ecosistema digitale, non tanto per sostituire quella ormai un tantino inflazionata di agenda, ma piuttosto per farla evolvere e renderla più rappresentativa del contesto, ovvero di fattore abilitante per lo sviluppo, la crescita e la competitività di un territorio.

Non si tratta quindi di una mera questione semantica bensì di un problema di sostanza e per spiegarlo provo ad aiutarmi con una metafora.

Immaginate una metropoli con un suo nuovo e moderno piano regolatore da realizzare, un suo sistema viario e logistico da riprogettare, una serie di cantieri aperti e milioni di cittadini e di imprenditori che devono coniugare la quotidianità con i lavori in corso. Rende l’idea?

Si chiama Smart polygeneration Microgrid, è un progetto smart cities appena inaugurato dal campus di Savona, dell’Università degli Studi di Genova. Sarà affinato grazie alla collaborazione con il Laboratorio di Ricerca dell'Università di New Castle, in Inghilterra. Intanto, anche Singapore vorrebbe replicare la piattaforma.

Primo esempio in Europa, ingegneria italiana, cooperazione con l'estero.

Sono questi gli atout che hanno consentito al progetto Smart polygeneration Microgrid di decollare, generando un contesto favorevole ad attrarre anche capitali stranieri. Il piano dell’Università degli Studi di Genova è stato sviluppato dal Centro Servizi Interfacoltà del Polo Universitario di Savona, in collaborazione con i Dipartimenti di Ingegneria presenti nel Campus della città.

L'obiettivo? Dare vita a una rete intelligente, in grado di distribuire energia elettrica a bassa tensione. Il modulo sperimentale è stato concepito all'interno del piano delle Smart Cities, e si compone di un’infrastruttura di tecnologie, sistemi avanzati di gestione, controllo e comunicazione che consentano un aumento dell’efficienza, dell’affidabilità e della qualità del sistema elettrico.

Brevetto interamente italiano che può originare interessanti sviluppi futuri, non solo in Italia, come suggeriscono le premesse.

Il docente Luiss e Iulm : "Bisogna scommettere su servizi di mapping e app che localizzano il viaggiatore"

I temi portanti della 34esima edizione della Borsa internazionale del turismo? Expo e tecnologia. Sono 20 milioni, di cui otto milioni stranieri, i visitatori attesi per il 2015. L’obiettivo è vendere quattro milioni di biglietti elettronici entro luglio prossimo. E, grazie a 150 accordi preliminari firmati con i buyer internazionali e altri 100 da formalizzare in questi giorni, non sembra lontano.
Ma la Bit, di scena a Milano dal 13 al 15 febbraio scorso, ha rappresentato anche il contesto ideale per ipotizzare quali saranno le applicazioni e i servizi che contribuiranno a dematerializzare l’Expo. O a materializzarlo: la Camera di Commercio di Monza e Brianza ha infatti presentato un servizio di stampa digitale 3D capace di produrre gadget e souvenir progettati in tempo reale. Dal modellino di una monoposto Ferrari alla miniatura del Duomo, passando per i simboli del territorio. Sempre all’interno del Padiglione della Regione Lombardia, Photospotland, sviluppatore siciliano di prodotti per Google Glass, ha messo a disposizione degli ospiti le sue soluzioni in tema di social travel, proiettando sugli occhiali di Big G le bellezze della Brianza.

Business Insider compila una lista delle signore più importanti nel mondo dell’open source. Nove i nomi scelti tra cui un’italiana, Elena Zannoni: "Non fatevi scoraggiare dalla mancanza di colleghe nel mondo informatico"

Vanno cercate e trovate, portate alla luce, fuori dai monitor dei computer. Ma ci sono. Hanno studiato duramente, spesso più dei rispettivi colleghi, per conquistare uno spazio in settori dominati dagli uomini. E alla fine ce l’hanno fatta, le donne nel mondo della tecnologia. Ad accendere i riflettori sull’universo dell’high tech femminile, stavolta, è il sito americano Business Insider, con una lista dedicata alle quote rosa dell’open source, il codice aperto.