Notiziario tematico

Gli sportelli di supporto agli aspiranti imprenditori per avviare un'attività in proprio aperti sul territorio italiano dalle Camere di commercio hanno contribuito alla nascita di 10mila start up. E con la sezione speciale del Registro delle imprese dedicata, sono nate ad oggi 2.084 startup innovative, una su cinque delle quali ha sede in Lombardia. È quanto emerge da una stima dell'Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Registro Imprese e dati Punto Nuova Impresa.

Sono 2.084 le startup innovative attive in Italia ad oggi. Milano si conferma capoluogo dell'innovazione con 277 imprese, pari al 13,3% del totale nazionale. Tra le altre regioni si segnala il secondo posto dell'Emilia Romagna con 236 start up innovative, seguita dal Lazio, con 209 imprese concentrate principalmente nella capitale.
Il comparto dei servizi assorbe l'80,2% di queste attività, per un totale di 1.671 imprese concentrate principalmente nel settore della comunicazione e dell'informazione (871) e nelle attività professionali, scientifiche e tecniche (639).
Le start up innovative nel settore dell'industria invece sono complessivamente 395, di cui la maggioranza si occupa di attività manifatturiere (345 start up).

La maternità di una lavoratrice è in azienda un problema per tutti, per i diretti superiori (82,7%), per la direzione del personale e dell’impresa (76,3%), per i colleghi e il suo gruppo di lavoro (50,4%) e per la donna stessa (43,6%).

Questo secondo l’indagine fatta ad aprile 2014 da Manageritalia, in collaborazione con AstraRicerche e EDWI HR, su 636 dirigenti. Le cause? I costi, il fatto che la mamma lavoratrice lavori meno e/o sia più distratta ecc.? No! I manager lo dicono in modo esplicito: l’unico e vero problema è l’organizzazione del lavoro per i disagi che conseguono dall’assenza della donna (84,1%). E, ad avvalorarlo, dicono anche che i guai nascono per colpa delle aziende che non fanno nulla per organizzare il lavoro in vista dell’assenza della donna (62,5%). Tutti gli altri possibili motivi e/o stereotipi – le donne prima e dopo la maternità hanno la testa altrove (25%), la maternità crea problemi a chi resta (19%), la donna poi è meno partecipe (6,5%) e diventa inaffidabile (3,8%) –  sono negati con percentuali bulgare (80-95%).

I rimedi i manager li hanno ben chiari: organizzare l’attività per gestire l’assenza in modo efficiente (94,3%), evitare che in azienda prevalga un clima di tensione e/o di panico (88,8%), adottare una linea aziendale chiara e esplicita per gestire l’assenza (85,8%), effettuare un affiancamento prima per estendere le sue competenze ad altri (81,4%), organizzare il lavoro in sua assenza perché non gravi e comporti stress per i colleghi (80,7%). Allora, perché non lo fanno o lo fanno poco? Perché l’organizzazione del lavoro in Italia è ancora troppo ingessata e arcaica, per leggi, normative, prassi, cultura e stili di management.

In agricoltura, turismo e servizi alla persona gli spazi più ricercati. Il 42,1% delle “new entry” rosa ha meno di 35 anni, il 36% è al Sud.

Diplomata o laureata, trentacinque-quarantenne, residente al Centro-Sud e fino a ieri impiegata o quadro in un'azienda, spesso casalinga. E' questo l'identikit della neo-imprenditrice che emerge dall'indagine di Unioncamere sulle "vere” nuove imprese costituite lo scorso anno, dove per vere nuove si intendono quelle attività che non sono frutto di trasformazioni di attività esistenti, ma iniziative completamente nuove.

L’indagine – insieme ai dati relativi al primo trimestre del 2014 dell’Osservatorio sull’imprenditoria femminile – è stata presentata a Salerno in occasione della prima tappa del “Giro d’Italia delle donne che fanno impresa”, l’iniziativa di Unioncamere e dei Comitati per l’Imprenditoria Femminile che ormai da sette anni attraversa l’Italia per favorire il confronto sui temi dell’impresa al femminile. 
Rispetto all’universo maschile, l’indagine di Unioncamere segnala come le donne che fanno impresa siano più concentrate nella fasce di età al di sotto dei 40 anni (il 60% contro il 55 degli uomini); hanno un livello di istruzione mediamente più elevato (il 20,8% ha in tasca una laurea, contro il 16,1% dei colleghi imprenditori maschi, il 46,1% almeno un diploma, mentre gli uomini si fermano al 44,7). Oltre ad un livello formativo mediamente più elevato, le donne che fanno impresa mostrano anche un’esperienza lavorativa più qualificata: il 18,5% ha infatti alle spalle un’esperienza da impiegata o quadro, contro il 14,3% degli uomini.    

Biro, questo il nome del Robot, alto 35 centimetri e dotato di tecnologie innovative, che, se ospitato per un mese in casa, sarà in grado di monitorare tutte le abitudini energetiche della famiglia e compiere una diagnosi energetica, con un taglio della bolletta fino al 30%.

Con pannellini fotovoltaici sulle spalle e una scheda interna che ha i consumi pregressi della famiglia, Biro, realizzato da Marco Santarelli, esperto in analisi delle reti e dal suo team degli Istituti di Ricerca con cui lavora "colloquia" con l'esterno attraverso i suoi occhi in cui sono posti degli infrarossi.E studia per 30 giorni il volume dei dati globali della casa, dalla più banale accensione e spegnimento delle luci e frequenza dell'accensione stessa, alla più complicata analisi dei dati relativi all'assorbimento energetico degli elettrodomestici e alla dispersione di calore.