Notiziario tematico

Quante sono le nuove imprese che hanno avuto la certificazione di un investitore? Dove sono? In quali settori operano? A queste domande risponde la nuova iniziativa di Economyup, un database con le società finanziate dal 2012. Un work in progress aperto al contributo di tutti.

Sono tante, sempre di più, le startup. Un continuo fiorire che conferma la vivacità di un'ecosistema, fatto di giovani e meno giovani, che stanno lavorano per vincere la loro scommessa imprenditoriale. Uno sviluppo che accresce la voglia di conoscenza, la necessità di strumenti in grando di distinguere e analizzare. Economyup, all'interno di un programma di sviluppo che vedrà nei prossimi mesi il lancio di nuovi progetti, ha messo a punto il primo database delle startup finanziate.

Dopo Startup Insight, il report settimanale, realizzato in collaborazione con gli Osservatori del Politecnico di Milano e il Polihub, che "illumina" il lavoro delle startup in determinati settori di attività, StartupBase è un archivio in grado di rispondere a queste domande: quali sono le startup quelle finanziate, quelle che hanno avuto la "certificazione" di un investitore istituzionale (venture capitalist, acceleratori e incubatori, parchi tecnologici)? Dove sono? In quali settori operano? Le schede, quando sono disponibili, raccolgono anche i primi dati economici delle nuove società, di cui cui viene fornita anche veloce storia.

La pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale delle agevolazioni per chi investe in startup chiude una fase importante in cui sono state create condizioni favorevoli alle nuove imprese innovative. Adesso comincia la prova dei soldi: ci sono o no? Per gli investitori privati si aprono opportunità ma anche rischi. Per le aziende è arrivato il momento di pensare seriamente al corporale venture capital. E per i progetti d'impresa migliori si aprono nuove prospettive di finanziamento. E l’ultimo tassello sta per andare a posto. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale gli incentivi fiscali sono operativi. È un ottimo risultato di cui andare soddisfatti ma è solo l’inizio di un nuovo faticoso cammino. Adesso comincia la partita per capire se i soldi alle nuove imprese innovative non arrivano perché non ci sono, perché chi dovrebbe metterli è miope o perché non è davvero conveniente.

Realizzato tra i ricercatori nei Paesi Bassi e in Germania. Genera una corrente alternata che spezza molecole di acqua in idrogeno e ossigeno che, quando si mescolano, bruciano spontaneamente.

Un micro-motore che brucia ossigeno e idrogeno di dimensioni pari a 100x100x5 micrometri. L'ha sviluppato un gruppo di ricercatori dell'Università di Twente, nei Paesi Bassi, dell'Accademia Russa delle Scienze e della Università di Friburgo, in Germania. Questo motore è composto di strati di una membrana polimerica spessa 530 micrometri e usa elettrodi che generano una corrente alternata che spezza molecole di acqua in idrogeno e ossigeno che, quando si mescolano, bruciano spontaneamente. La ricerca è stata pubblicata su Scientific Reports.

Giovedì 3 aprile 2014, ore 9

Palazzo Marino-Sala Alessi, Piazza della Scala 2, Milano

Il Piano territoriale degli orari di Milano ha sperimentato il 6 febbraio 2014 la Giornata del lavoro agile. Per quel giorno aziende private piccole e grandi e pubbliche amministrazioni hanno consentito ai loro lavoratori e lavoratrici di svolgere i propri compiti ovunque, da casa, dal bar, dal parco, dalla palestra o da una postazione in co-working e di non essere presenti alla loro abituale postazione di lavoro in ufficio. E’ stata un’opportunità per sperimentare modalità di lavoro alternative e verificarne i vantaggi per i lavoratori e per l’ambiente.

L’incontro è l’occasione per presentare l’esperienza e restituire gli esiti di un’indagine condotta presso lavoratori e lavoratrici “agili” e valutarne le prospettive di sviluppo nell’ambito del Piano territoriale degli orari della città di Milano.