Notiziario tematico

Le statistiche sono impietose e fotografano dicontinuo il grande gap che esiste tra uomini e donne in Italia. L’ultimo dato viene da una ricerca condotta dall’Istat all’interno di un progetto promosso dall’Ocse e finalizzato a misurare il capitale umano per comparare i singoli Paesi e per esaminare il livello di sostenibilità dei sistemi di welfare, sottoposti a livelli di stress che non conoscevamo nel Novecento. Ebbene il dato medio riferito ai maschi è di 435 mila contro 231 mila delle donne, quasi il doppio quindi. La media nazionale, per la cronaca, è di 342 mila.

Spiega l’Istat: «Il differenziale è da mettersi in relazione alle differenze di remunerazione esistenti tra uomini e donne, ma anche al minor numero di donne che lavorano e al minor numero di anni lavorati in media nell’arco della loro vita». Ovviamente molto dipende dalla nozione di capitale umano che si fa propria ed in questo caso avendo l’Ocse adottato quella che gli statistici chiamano l’approccio Jorgenson-Fraumeni si opera sostanzialmente su due parametri: il livello di istruzione e il reddito percepito. E sappiamo bene come entrambi gli indicatori giochino — assieme al sostanziale monopolio «rosa» del lavoro domestico — «contro» le donne.

“Gentile commissaria, apprendiamo con stupore che nel corso dell’evento conclusivo dell’anno europeo per i cittadini 2013 , Lei ha dichiarato che le azioni e gli eventi di questo anno continueranno anche per il 2014, anno delle elezioni europee. Ben consapevoli dell’importanza dell’informazione sul tema della cittadinanza, ci chiediamo però cosa sia successo all’anno europeo della conciliazione tra la vita lavorativa e la vita familiare. Vorremmo conoscere a quale livello è stata presa la decisione di rinviare l’anno europeo della conciliazione e su quale base”.

E’ questo l’incipit di una lettera inviata dall’eurodeputata Patrizia Toia alla commissaria europea Viviane Reding. Il 2014 è iniziato da un pezzo e bisogna fare i conti con l’evidenza: l’anno europeo della conciliazione è stato affossato dalla crisi. Era stata la Coface, Confederazione delle organizzazioni familiari dell’Unione europea, a prendere l’iniziativa e raccogliere le 388 firme di parlamentari europei sotto la richiesta di designazione dell’anno 2014 come anno europeo della conciliazione tra vita professionale e familiare. Le associazioni femminili si sono date da fare in questi mesi per organizzare iniziative, convegni, celebrazioni. Ma ora del 2014 anno europeo della conciliazione non c’è più traccia.

Quante volte avete pronunciato la frase “se solo avessi il capitale farei tante cose fantastiche…”? In un periodo storico come quello attuale, colpiti da una crisi finanziaria prima ed economica poi, avere del capitale da investire diventa sempre più difficile.
Nonostante questo, esistono finestre per sperimentare, avendo un’opportunità per realizzare i propri progetti: basta avere abbastanza tenacia da percorrere alcune strade. Una di queste è il crowdfunding o, detta semplicemente e senza l’appeal cool dell’inglese, cercare di fare una colletta promettendo di condividere i frutti di un progetto e facendosi finanziare dal basso.

Lunedì 24 febbraio 2014
Ore 15.15
Milano Lingue
Via A. Visconti 18, Milano

Competenze linguistiche e internazionalizzazione

Quali sono le esigenze linguistiche delle imprese lombarde in vista di Expo 2015 Milano?
Quali risposte può dare il mondo della formazione?