Innovazione

Da Exeter a Birmingham, dalle comunicazioni di routine alle richieste di informazioni e aiuto, ormai quasi tutte le comunicazioni passano attraverso Twitter. E gli istituti creano team interni di social media editor.

Agli studenti inglesi l’email non piace più. Molti di loro hanno smesso di usarla, preferendo comunicare esclusivamente attraverso i social network. Di conseguenza, le università d’oltremanica hanno dovuto correre ai ripari con una strategia ben conosciuta dai giornali e da un numero crescente di aziende private: assumendo squadre di social media editor.  

La notizia è riportata dal The Times, in un articolo: che prende spunto da quanto accade all’università di Exeter, capoluogo del Devon, nel sud dell’Inghilterra.“Non ha più senso inviare email agli studenti”, ammette il vicerettore Sir Steve Smith. “Ormai entrano in contatto con noi attraverso i social media, soprattutto Twitter. Per questo abbiamo dovuto assumere un team di addetti stampa e laureati esperti di social network, attivo ventiquattro ore su ventiquattro”.  

Il 72% degli europei usa regolarmente la Rete, ma emerge la scarsità di e-skills a fronte di un aumento di domanda di personale qualificato Ict. Neelie Kroes: "Serve l'impegno congiunto di tutti i Paesi".

L'Unione europea avanza sul programma dell'Agenda digitale, ma restano lacune da colmare: il 72% dei cittadini della Ue usa regolarmente Internet e il 47% acquista online, però il 50% della popolazione non è ancora in grado di lavorare con il digitale.

È quanto emerge dai dati diffusi oggi nel Digital Scoreboard dalla Commissione europea, che si ritiene "sulla buona strada per raggiungere 95 dei 101 obiettivi dell'Agenda digitale per l'Europa entro il 2015". I cittadini e le imprese dell'Ue, infatti, si collegano di più a Internet, fanno più acquisti online e si sentono più sicuri e preparati in rete. Tuttavia “spesso fanno fatica a soddisfare il loro appetito digitale, soprattutto nelle zone rurali, per mancanza di accesso alla banda larga ad alta velocità". E altro problema rilevato dalla Commissione europea è l'eventuale creazione di "un divario in termini di qualifiche digitali".

Grazie al bando regionale “Lombardia più semplice” vinto due anni fa dal comune di Rho e grazie ai fondi conseguentemente stanziati dalla Regione, è finalmente attivo il servizio online che permette di stampare da casa i Certificati Anagrafici e di Stato civile, facendo risparmiare ai cittadini le lunghe code agli sportelli.

Come spiega l’assessore agli Affari generali Maria Rita Vergani, i certificati sono dotati di timbro digitale, ovvero hanno validità legale, e sono stampabili gratuitamente da una qualunque postazione Internet 7 giorni su 7 e 24 ore su 24; sui certificati che lo richiedono dovrà essere ovviamente apposta la marca da bollo da applicare entro la giornata.

I certificati richiedibili sono quelli Anagrafici, ovvero Certificato di Residenza, di Stato di Famiglia, di Cittadinanza Italiana, di Esistenza in Vita e i Certificati anagrafici cumulativi di Residenza e Stato di Famiglia, di Residenza, Cittadinanza e Stato Civile, e di Residenza, Cittadinanza e Godimento dei Diritti Politici; sono richiedibili poi i Certificati di Stato Civile, ovvero di Nascita e di Matrimonio (a partire dall’anno 1975) e di Morte (a partire dal 1986). Per accedere al servizio online bisogna connettersi al sito del Comune (www.comune.rho.mi.it) e cliccare sul banner “Clic Il comune online”.

Ci sono esempi d'eccellenza, come la Francia, la Finlandia la Spagna, nel riconoscere internet come un diritto dei cittadini. Ma il quadro giuridico è complicato. Vediamo i diversi casi.

L’art. 4, c. 2 della direttiva Servizio universale del 2002 stabilisce che «la connessione [in postazione fissa alla rete telefonica pubblica] consente agli utenti di effettuare e ricevere comunicazioni di dati, a velocità di trasmissione tale da consentire un accesso efficace a Internet, tenendo conto delle tecnologie prevalenti usate dalla maggioranza degli abbonati e della fattibilità tecnologica».

I Paesi hanno però interpretato in modo diverso questo principio, che in molti casi- come in Italia- è restato solo sulla carta. Facciamo il quadro dei casi esemplari in Europa e nel mondo.

Finlandia

La Finlandia è il primo paese al mondo che ha riconosciuto la connessione ad Internet in banda larga come vero e proprio diritto legale. In particolare, è stata approvata una legge (entrata in vigore dal 1° luglio 2010), contenente una specifica disciplina diretta a qualificare espressamente l’accesso a Internet un diritto legale da garantire a tutti i 5,3 milioni di cittadini del Paese. Il Ministero per le Comunicazioni finlandese, infatti, ha affermato che «una connessione a banda larga di alta qualità a un prezzo ragionevole è un diritto elementare»; con la conseguenza che gli operatori/provider presenti nel Paese, in quanto “fornitori di un servizio universale”, dovranno mettere a disposizione dei cittadini una connessione in grado di assicurare ad ogni abitazione e/o ufficio una velocità di download dei dati di almeno un megabit al secondo. A lungo termine, l'obiettivo perseguito dalle riforme istituzionali è quello di  fornire a tutta la popolazione una connessione a 100 Mbps entro il 2015, diffondendo le percentuali di accessibilità anche nelle zone remote, particolarmente influenzate dalle dinamiche del digital divide.