Notiziario tematico

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La prima e più importante risposta istituzionale all’appello lanciato dal mondo femminile sul problema della rappresentazione delle donne nell’ambito dei media e espresso attraverso la campagna “Donne e TV”, viene dalla Presidenza della Repubblica, con una lettera pervenuta alla Presidente del Comitato Pari Opportunità del Ministero dello Sviluppo Economico, Mirella Ferlazzo, prima firmataria dell’appello a sostegno della proposta di emendamenti presentati da Gabriella Cims, responsabile Osservatorio servizi di media audiovisivi  presso il Dipartimento Comunicazioni.


L’appello inviato alle istituzioni sollecita, come è noto, sostanziali modifiche al Contratto di servizio pubblico con la Rai, con la richiesta dell’adozione di un codice di regole,  simili a quelle adottate dagli altri paesi europei in materia, atte a rispettare la dignità umana, culturale e professionale delle donne.

Nel testo della lettera inviata dalla Presidenza della Repubblica, viene ricordato e riaffermato l’impegno del Capo dello Stato sulla questione della valorizzazione delle donne nella società italiana.


L'articolo integrale qui.
(pubblicato il 17 febbraio 2010)

I disturbi psicologico-psichiatrici associabili all'attività lavorativa sono in progressiva crescita. I disturbi depressivi, quelli ansiosi e il disturbo dell'adattamento di tipo cronico sono quelli che più spesso compaiono in conseguenza di grave stress lavorativo. Stando a recenti indagini 10 milioni di lavoratori percepiscono un fattore di rischio per la propria salute, di questi 8 milioni e 706mila rilevano fattori di rischio per la salute fisica, e ben 4 milioni e 58mila ritengono di essere esposti a rischi per l’equilibrio psicologico. Oltre 2 milioni e 797mila riconoscono nell'attività lavorativa le cause dei propri problemi di salute e le donne, con il 5,4%, mostrano una maggiore esposizione degli uomini (4,1%) a fenomeni di prepotenza e discriminazione. Le classi di età più interessate dall'esposizione ai rischi per fattori di natura psicologica risultano essere quelle centrali (35-44 anni).

Fonte e articolo integrale: Adnkronos
(pubblicato il 15 febbraio 2010)

alt"Per non perdere il treno non hanno mai smesso di correre. Più veloci della crisi, con tenacia e senza dimenticare l'ironia, da nord a sud. Studiando gli itinerari giusti per dribblarla, perché l'economia secondo le donne ha ancora leve che si possono manovrare per percorrere i binari della ripresa. Velocità, ma anche concretezza...".

Radio 24 - L'Italia in controluce - Intervista di Anna Marino: ascoltatela qui.

Come si possono sostenere, a livello di politiche nazionali, le start-up lanciate da donne?

«Indubbiamente, l'imprenditoria femminile ha bisogno di essere sostenuta attraverso strumenti che favoriscano l'accesso al credito, allo scopo anche di incrementare l'occupazione femminile, che è ancora lontana da quel 60% indicato dalla Strategia di Lisbona - spiega il ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna -. L'idea attorno alla quale stiamo lavorando, e che speriamo possa essere realizzata nel giro di qualche mese, è quella di aiutare micro, piccole e medie imprese a conduzione o a prevalente partecipazione femminile, in fase di start-up, concentrandoci in particolare sulle regioni del Mezzogiorno».

Ma come fare a mettere su un'impresa partendo da zero?

La risposta si potrebbe trovare nel cd-rom «La città dell'imprenditoria femminile», un percorso digitale creato da Futuro@lfemminile (l'iniziativa di Microsoft Italia con Acer), realizzato con il patrocinio del Dipartimento per le pari opportunità.