Notiziario tematico

Complice la crisi, il lavoro part-time prende quota e il futuro potrebbe tingersi di rosa. Così sembra, prendendo in esame i dati di una ricerca internazionale condotta da Regus, che prevede nei prossimi due anni un forte incremento delle assunzioni a tempo parziale di donne intenzionate a rientrare al lavoro dopo il congedo per maternità.

Il 44% delle aziende (quasi una su due), segnala lo studio, punterà sulle mamme: grandi lavoratrici, per natura affidabili, mature e con competenze elevate, ma per le quali il ritorno all’attività produttiva è spesso problematico. Con il 47% delle società, i settori più inclini ad adottare questa strategia sono quello finanziario e manifatturiero, seguiti da marketing, comunicazione, consulenza, sanità e retail (45%), mentre per l’Ict, un mondo ancora caratterizzato da una elevata presenza di personale maschile, la stima scende al 39%.

Scadenza: 28 febbraio 2010
8° Edizione 2009-2010
Premio Speciale per l'Eco-Innovazione

Dedicato alle imprese e alle organizzazioni territoriali che hanno realizzato eco-innovazioni di qualsiasi natura, ad esempio nei settori della motorizzazione, delle energie alternative, dell'elettronica e delle sue applicazioni ai beni di consumo, alle telecomunicazioni, all'abbattimento delle emissioni di CO2 e alla riduzione del consumo dell'acqua.

Potete visualizzare il bando di partecipazione qui
Scadenza: 30 aprile 2010

Aperto il bando per la legge regionale 23/1999 della Lombardia, coordinato dalla D.G. Famiglia e Solidarietà sociale per promuove la realizzazione di iniziative innovative a favore della famiglia, attraverso un apposito bando annuale finalizzato a facilitare la creazione di reti di solidarietà fra le famiglie, a sviluppare l'associazionismo familiare, a favorire forme di autoorganizzazione e di aiuto solidale.

Trovate i dettagli qui.

Prima la buona notizia. Emilia Romagna, Toscana e Umbria hanno le carte in regola per raggiungere l’obiettivo di Lisbona sui nidi: 33 posti ogni 100 bambini entro il 2010. La cattiva notizia è che il resto del Paese non ce la farà. Secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto degli Innocenti (incaricato del monitoraggio sui nidi) l’Italia è ferma a quota 23 per cento. Una percentuale ottenuta contando davvero tutto. Anche gli spazi gioco e i posti offerti alle materne a bambini che non hanno ancora tre anni. Se si tenesse conto solo dei nidi in senso stretto allora la copertura sarebbe ferma al 16 per cento.

Il problema numero uno quando si parla di servizi per l’infanzia sono i soldi. La coperta delle risorse è sempre più corta. Come spiega bene il rapporto sui costi dei nidi del Gruppo nazionale nidi infanzia insieme con il Cnel «il ritardo dell’Italia non è da imputare a enti locali disattenti ma soprattutto ai governi che si sono succeduti dagli anni Settanta». Dal ’77, ultimo anno di risorse statali finalizzate, bisogna aspettare la Finanziaria 2002 per vedere un nuovo impegno dello Stato, anche se furono distribuiti solo 50 milioni. Poi, con la finanziaria 2007, (governo Prodi) si è messo in campo un piano triennale per i nidi che ha stanziato 727 milioni di euro in tre anni, di cui 446 dello Stato e 281 delle Regioni.