Notiziario tematico

L'associazione SOS Stalking e Provincia di Milano presentano la app gratuita "SOS Stalking" che aiuta le donne a difendersi dalle molestie.

La app, scaricabile gratuitamente su Google Play per la piattaforma Android e su Apple Store per Apple, consente alla vittima, o a chi si sente minacciato in seguito a intimidazioni o a violenze subite, di geolocalizzarsi al fine di reperire i centri anti-violenza e quelli delle forze dell’ordine più vicini, oltre che di accedere alla consulenza gratuita di un team di professionisti/e (avvocati e psicologi) per un consulto.

La app offre anche la possibilità di contattare l’associazione tramite un form: lasciando i propri dati, i/le professionisti/e, avvocati/e e psicologi/ghe di SOS Stalking risponderanno ai quesiti dell’utente.

Mina Pirovano è un’imprenditrice, una mamma, e anche una che cerca di cambiare il mondo. Chi la vuole immaginare deve pensare a una signora bionda, 44 anni, pragmatismo e parlantina a profusione. A proprio agio in Assolombarda, il salotto buono dell’industria milanese. Ma anche seduta davanti a un tè a Dubai, concentrata nell’impresa di convincere un potenziale compratore. Cosa vuol dire fare andare d’accordo famiglia e lavoro? Mina Pirovano lo ha scoperto fino in fondo un pomeriggio di primavera di cinque anni fa.

«Allora mi occupavo dell’azienda di famiglia — racconta — settore manifatturiero, stampaggi in plastica per l’industria automobilistica o degli elettrodomestici. La mia seconda passione era il mondo dell’associazionismo rosa, forse per il senso di uno squilibrio nel mondo del lavoro troppo evidente. Così, insieme con la Camera di Commercio di Monza, avevo organizzato gli Stati generali dell’imprenditoria femminile. Il giorno prima del simposio mio figlio, malato da qualche tempo, si sentì male. Le gambe paralizzate, non riusciva più a muoversi. Non l’avevo mai visto così. Rimasi con lui in ospedale il giorno e la notte. Alle cinque del mattino mi misi un tailleur, mi truccai davanti allo specchio di quella stanza d’ospedale. Andai al convegno perché lo dovevo a tutte le persone che si erano mobilitate con me. Ma soprattutto perché me lo aveva chiesto mio figlio. Ma dentro avevo già detto basta. Conciliare gli impegni sempre più pressanti del lavoro con la mia situazione familiare era diventato impossibile. Abbandonai l’azienda: mio figlio veniva prima».

Chiese, palazzi, opere d'arte, tesori archeologici. Quando la mano pubblica non può andare in soccorso, la soluzione è il funding su internet. Una strada che non garantisce il successo ma che, su piattaforme italiane e internazionali, viene tentata sempre più spesso da imprenditori, associazioni, cittadini. E che ha convinto anche i frati francescani.

San Francesco a Ripa, Roma: Il funding in rete per restaurare una cella a Roma che si dice sia stata usata da San Francesco d'Assisi. L'idea di rivolgersi al sito Kickstarter è venuta a un gruppo di monaci francescani e la notizia è rimbalzata su tantissimi media internazionali. La chiesa di San Francesco a Ripa, nel quartiere di Trastevere, è meglio nota per la statua del Bernini: ma i frati che abitano il monastero sostengono che il vero tesoro è quella cella sul fianco della chiesa, che ospitò il Santo almeno quattro volte tra il 1209 e il 1223 quando venne a Roma per incontrare papa Innocenzo III e ottenere il riconoscimento del suo ordine monastico. Per restaurare la cella i frati chiedono una moderna questua: un contributo di 125mila dollari. La campagna scade però la prossima settimana, l'11 di aprile, e la cifra raccolta finora è inferiore a 70mila dollari (arrivati da 806 backers).

Paola Profeta, docente di Scienze delle Finanze all’Università Bocconi ed esperta di gender economy e le parole di Christine Lagarde.

Christine Lagarde, direttore del Fondo monetario, dice che l’Italia è uno dei Paesi della zona euro che incoraggia meno la partecipazione delle donne al mercato del lavoro: «Siamo i peggiori e lo sappiamo. O meglio siamo terzultimi: prima in tema di occupazione femminile ci superava solo Malta. Ora siamo terzultimi prima di Grecia e Malta»


Una scalata 
«Il problema vero è che siamo inchiodati a quel 47% senza nessuna possibilità di recupero. L’occupazione femminile in Italia non cresce da tanti anni, siamo fermi ai tempi pre-crisi e ce ne infischiamo di tutti gli obiettivi europei. Nel 2010 abbiamo completamento saltato quello di Lisbona che ci chiedeva di arrivare al 60% di occupazione femminile. Per il 2020 c’è l’obiettivo di arrivare al 75% sia per gli uomini che per le donne. Non ce la faremo mai»