Fare impresa

Nel 2011 il costo del debito è salito dal 5,6% al 6%: i tassi sui BTP decennali sono passati dal 3,4% al 4,9%

Investire in Btp ha una remunerazione maggiore rispetto ad un investimento in un'industria italiana. È quanto emerge dal rapporto redatto dall'Ufficio studi di Mediobanca, tracciato dopo aver raccolto i dati relativi all'attività in patria di 2032 società italiane. «Nel 2011 il costo del debito è salito dal 5,6% al 6% - spiega la relazione - i tassi sui BTP decennali sono passati dal 3,4% al 4,9%; il rendimento netto del capitale (roi) realizzato dalle imprese italiane (5,8%) è risultato insufficiente a remunerare il capitale proprio e di terzi (debito) impiegato nell'industria».




Il presidente della Brembo: costo del lavoro e dell'energia penalizzano le imprese
 
Dobbiamo far sì che l'Italia torni ad essere un Paese accogliente per l'industria. Del resto è dall’industria che continua ad arrivare la maggior parte dell'occupazione, visto che anche buona parte degli impiegati nel terziario è legata proprio a questo settore. Alternative per far crescere il Paese non ne vedo».

Il Kilometro è rosso - così si chiama l'avveniristico parco industriale che fiancheggia l'autostrada Milano-Venezia all'altezza di Bergamo e ospita la sede della Brembo - i conti dell'azienda sono in nero brillante, nel senso che l'utile dell'ultimo trimestre è quasi raddoppiato, superando i 20 milioni di euro, ma l'umore di Alberto Bombassei, patron e presidente dell'azienda che fa frenare mezzo mondo, vira verso il grigio scuro. «Vent'anni fa - spiega Bombassei - potevamo competere su alcuni prodotti con un valore aggiunto dato dalla tecnologia. Produrre in Italia era possibile. Ma in questo periodo i margini si sono erosi: non rispetto alle produzioni cinesi o indiane, ma a quelle dei concorrenti europei. E in Italia, secondo Paese manifatturiero in Europa, nessuno sembra rendersi conto che oggi delocalizzare per molti produttori diventa una necessità. Una necessità che la larghissima maggioranza degli imprenditori italiani vorrebbe evitare con tutte le proprie forze, ma che è quasi sempre una scelta imprescindibile per continuare a stare sul mercato».

La CCIAA di Verona pubblica un nuovo bando destinato alle imprenditrici che hanno superato i cinquant’anni: formazione e consulenza gratuita per le otto vincitrici.

La Camera di Commercio di Verona lancia un concorso destinato a promuovere le iniziative di imprenditoria femminile portate avanti dalle donne che hanno superato i cinquant’anni: un progetto che nasce dalla voglia di offrire nuove opportunità di lavoro alle over 50 che mostreranno di avere spirito imprenditoriale e un forte desiderio di rimettersi in gioco avviando un’impresa.

Rapporto Unioncamere 2012: diffuso in occasione della decima Giornata dell’economia prevede nel 2012 un calo del Pil dell’1,5% mentre si perderanno 130 mila posti di lavoro.
Particolarmente penalizzate le regioni del Sud, la ripresa solo a partire dal 2013. Si dovà attendere il 2013 per vedere un’inversione di tendenza, con un incremento del Pil dello 0,8% (+1,3% nel Nord-est).
Secondo Unioncamere sono le regioni del Sud a pagare «lo scotto più consistente della crisi segnando un decremento del pil dell’1,8% con Abruzzo, Molise e Basilicata destinate a registrare una contrazione del 2%». Anche i consumi delle famiglie e la spesa per gli investimenti sono previsti, quest’anno, in ulteriore e sensibile calo (rispettivamente -2,1% e -3,8%) più marcato nelle aree meridionali.
Sul fronte dell’occupazione le previsioni sono tutt’altro che rosee. «Il difficile contesto economico continuerà a colpire soprattutto le imprese con meno di dieci dipendenti, più fortemente legate ai consumi interni. «Esse – si legge nel Rapporto – genereranno un numero di assunzioni inferiore a quello delle aziende con 50 dipendenti e oltre (244.000 contro 262)».
A fine anno, il saldo si prospetta pari a quasi 62.000 unità in meno per la classe di aziende tra uno e nove dipendenti», dato superiore a -33.000 per le aziende tra i 10 e i 49 dipendenti. Per le imprese oltre 50 dipendenti il calo occupazionale è previsto di 35.000 addetti. E a soffrire di più sarà il settore costruzioni «dal quale ci si attende la più elevata emorragia occupazionale: più di 34.000 i posti di lavoro che, tra entrate e uscite, si dovrebbero ridurre nell’arco dell’anno con un calo dell’occupazione dipendente che in questo ambito raggiungerà il -3,3%».

>> Consulta il Rapporto Unioncamere 2012.