Notiziario tematico

AAA, ‘quote rosa’ della scienza cercasi. La carriera delle donne nel mondo della ricerca si conferma una parabola discendente. I camici rosa risultano sottorappresentati a tutti i livelli universitari nelle discipline scientifiche. Se l’equilibrio di genere costituisce la norma nelle scuole secondarie, soltanto il 32% delle lauree scientifiche sono ottenute da donne. E più si salgono i gradini della carriera scientifica, più il colore rosa si annacqua: meno di un ricercatore su 3 è donna (29%) e un dottorando su 4. Percentuali che scendono a quota 11% quando si approda alle più alte cariche accademiche in ambito scientifico, per arrivare alla disfatta totale dei Nobel: meno del 3% dei premi assegnati nelle discipline scientifiche è stato conferito a donne. “Solo 16 su 500”, spiega Giovanni Puglisi, presidente della Commissione nazionale per l’Unesco, ricordando anche che “nessuna Medaglia Fields è mai stata assegnata a una matematica”. La fotografia sulle donne e la scienza è stata scattata da un rapporto commissionato da Fondazione L’Oréal e diffuso oggi a Milano, nel giorno in cui sono state assegnate le borse di studio della 12esima edizione del programma ‘L’Oréal Italia Per le donne e la scienza’ (istituito in collaborazione con la Commissione nazionale italiana per l’Unesco) a 5 giovani promesse della scienza tricolore. Il quadro che emerge dai dati raccolti nel 2013 in 7 Paesi - Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, Stati Uniti, Giappone, Cina - mostra che la ‘maledizione dell’imbuto’, che perseguita le donne con il camice e ne restringe i numeri man mano che ci si avvicina ai vertici, colpisce ancora. 

È il percorso ciclopedanale senza interruzioni più lungo della città: 900 metri di passerella che collegano via Galileo Galilei a corso Como, passando fra i nuovi palazzi di Porta Nuova, scavalcando via Melchiorre Gioia e attraversano piazza Gae Aulenti. A inaugurarlo su un green carpet - a rimarcare la vocazione sostenibile del progetto - è stato il sindaco Giuliano Pisapia insieme col vicesindaco e assessore all’Urbanistica, Lucia De Cesaris, e a Manfredi Catella, amministratore delegato di Hines, lo sviluppatore dell’intero progetto arrivato quasi a compimento dopo anni di lavori.

"Oggi abbiamo vinto un’altra tappa – ha detto Pisapia - Ci impegneremo a vincere l’intero giro per la nostra città e per il mondo che arriverà a Milano per Expo". Con il taglio del nastro l’Hines ha consegnato quasi tutte le parti pubbliche del grande progetto di riqualificazione urbana che va dall’Isola alle ex Varesine. WA settembre saranno terminati i lavori all’Isola, mentre le bonifiche si concluderanno quest’estate – spiega Catella – Poi chiederemo al Comune un accordo per realizzare i lavori in modo da consegnare alla città almeno una parte del parco entro l’Expo".

Il docufilm, promosso da Fondazione Fiera Milano, si intitolerà "Milano 2015 Nice To Meet You". Protagonisti i cittadini che risponderanno alla domanda "Milano è..." per definire la città che vivono.

Casting per selezionare gli aspiranti attori  il prossimo 6 giugno presso lo spazio Eataly Smeraldo in piazza XXV aprile, dalle ore 16.30 alle 22.30.

Un film per raccontare Milano, attraverso i volti e le parole dei suoi cittadini. Il titolo è Milano 2015 Nice To Meet You e a promuoverlo è Fondazione Fiera Milano. Si tratta di una pellicola, un docufilm, che sarà girata in totale soggettiva, quasi come se fosse una passeggiata nei luoghi più conosciuti e maggiormente rappresentativi della città. Servirà soprattutto a far conoscere i veri volti di Milano in vista dell'Expo 2015.

L'iniziativa è stata presentata a Palazzo Marino, alla presenza tra gli altri del sindaco Giuliano Pisapia, del presidente della Provincia Guido Podestà e il sottosegretario all'Attuazione del programma della Regione Lombardia Maurizio Del Tenno. Il film avrà un cast composto dai milanesi. Saranno, infatti, i cittadini e tutti coloro che Milano la vivono per turismo o per affari a dare, attraverso una semplice parola, la loro definizione della città. La formula scelta è quella di una narrazione veloce, composta da tanti flash istantanei e delle definizioni che daranno della loro città davanti alla telecamera. In sintesi, una faccia, una parola o anche una storia, inframmezzate dalle immagini dei luoghi più caratteristici e conosciuti di Milano.

Francesca Morvillo era la moglie di Giovanni Falcone. Con lui è morta nell’attentato di Capaci del 23 maggio 1992. Così la ricordano tutti. In questo ruolo, davvero, ha vissuto ed è morta. Pochi però ricordano che era anche lei un magistrato, con una propria carriera e proprie aspirazioni. Una donna innamorata e una moglie fedele.

Nata il 14 dicembre del 1945, Francesca Morvillo diventò magistrato per seguire le orme del padre, Guido, sostituto procuratore. Per sedici anni lavorò alla Procura dei minori di Palermo. Per molto tempo fu l’unico sostituto e quindi si occupava praticamente di tutto, fino a identificarsi con la Procura stessa. Le piaceva molto il lavoro a stretto contatto coi bambini. Le amiche e le colleghe ricordano che, anche quando sosteneva l’accusa in un processo, il rapporto che instaurava con i ragazzi era personale e premuroso, cercava di capirli e di aiutarli.

Aveva un forte istinto materno, che però non poté mai riversare su propri figli. Conosciuto il giudice Giovanni Falcone, a casa di amici comuni, Francesca Morvillo si innamorò di lui e accettò con amore, stima e condiscendenza di condividere la vita blindatissima di uno dei magistrati più minacciati dalla mafia nella Palermo degli anni ottanta. “Non voglio mettere al mondo degli orfani”, diceva spesso Falcone, e Francesca, consapevole del rischio a cui sarebbero stati sottoposti i loro figli, era sempre stata d’accordo.

Francesca e Giovanni si sposarono nel maggio del 1986. La cerimonia, celebrata da Leoluca Orlando, fu molto intima e privata. Nessuno ne fu informato, tranne le famiglie dei due sposi e i testimoni. Al termine della funzione in Comune, i novelli coniugi invitarono alcuni parenti e amici a cena a casa loro e fu la stessa Francesca che si mise ai fornelli per preparare la cena.