Notiziario tematico

All’Urban Center della Galleria Vittorio Emanuele II a Milano.

Il conto alla rovescia verso Expo 2015 prosegue. In attesa di dare il benvenuto all’importante manifestazione, il capoluogo lombardo accoglie una mostra che permetterà ai visitatori di riscoprire i temi e i valori che spinsero la creatività e l’operosità delle menti italiane nella creazione della storica Esposizione di Milano del 1906.

La rassegna intitolata “Milano Expo 1906: una storia da scoprire aspettando l’Expo Universale 2015″, curata dall’Arch. Domenico Tripodi, è ospitata dal 20 marzo all’11 aprile 2014 all’Urban Center della Galleria Vittorio Emanuele II.

La mostra verrà articolata su 4 pareti autoportanti che racconteranno attraverso documenti e immagini i luoghi, le architetture, i progetti e gli eventi che hanno caratterizzato l’Esposizione Internazionale del 1906.

Sarà inoltre esposto il Manifesto Originale del 1906 di Giovanni Mario Mataloni, pubblicitario e illustratore italiano di primissimo piano e personaggio di riferimento della grafica dei primi del novecento.

Eppure diffondere le tecnologie in Studio può stimolare anche le imprese. Non bastano, però, “manovrine” con bonus da poche centinaia di euro. Bisogna pensare a impegni più consistenti, come, la detassazione degli investimenti tecnologici e l’alfabetizzazione digitale.

“Se parliamo di Professionisti, in realtà, parliamo di Imprese!” è il titolo del convegno tenutosi al Politecnico di Milano lo scorso 4 marzo, in occasione della presentazione dei risultati della Ricerca dell’Osservatorio ICT&Professionisti. L’indagine, che ha coinvolto Avvocati, Commercialisti ed Esperti Contabili e Consulenti del Lavoro, cioè più di 430 mila Professionisti, è stata anche l’occasione per proporre al mondo delle istituzioni una nuova visione di Impresa: non più singolo soggetto giuridico, ma sistema allargato, che comprendealcune figure professionali, che presidiano delicati processi contabili, legali, giuslavoristici e fiscali.

E anche le diverse istituzioni - Camere di Commercio, Associazioni Industriali, Ordini professionali territoriali e nazionali, enti e autorità politiche – dovranno prendere coscienza di questo fatto: il sostegno all’impresa deve coinvolgere anche i Professionisti, che ne sono parte integrante. Il loro non è solo un ruolo di fornitura di competenze specialistiche, perché spesso affiancano l’Imprenditore nelle scelte strategiche più importanti e, non da ultimo, a volte contribuiscono anche alla gestione dei suoi patrimoni privati. Insomma, i Professionisti si propongono come le figure che, più di tutte le altre, conoscono in modo profondo le imprese, facendone parte. Tra i molteplici ruoli che il professionista può “giocare” con le imprese Clienti, c’è anche quello di veicolo culturale per l’ambito gestionale e tecnologico delle Imprese.

Giovani creativi crescono. Portare l’attività tra le mura domestiche è una scelta sempre più diffusa: i costi scendono e la possibilità di condividere idee aumenta.
 

Il computer in salotto e le pantofole sotto la scrivania. Che lo si chiami “lavoro agile” o smart working, fare della casa il proprio ufficio è una scelta sempre più comune. Tra i giovani creativi – grafici, video maker, illustratori- ma anche fra gli start upper e i piccoli imprenditori.  

I vantaggi? Si risparmia, è green e consente di non rinunciare alla famiglia – o alle proprie abitudini - per la carriera. Se il nostro Paese, stando ai dati dell’osservatorio della Scuola di Management del Politecnico di Milano, è uno dei fanalini di coda a livello europeo per il cosiddetto telelavoro nel 2013 (venticinquesimo su ventisette), ecco che nell’ultimo anno si registra un primo cambio di tendenza, con la percentuale del lavoro a distanza aumentata dell’otto per cento rispetto al 2012. «Pagare un affitto mensile per avere a disposizione uno studio che uso occasionalmente non ha senso», spiega Silvia Pastore, fotografa torinese.  

Partito il progetto pilota di flessibilità logistica promosso da Sanofi, azienda del settore della salute, che a febbraio ha siglato un accordo con le parti sociali per consentire ad alcuni collaboratori della sede di Milano di lavorare fuori azienda un giorno alla settimana. 

I primi dati dell’adesione al progetto sono positivi: la flessibilità è stata accordata a 83 persone, pari a oltre il 24% del totale dei collaboratori della sede Sanofi di Milano, dirigenti esclusi. Una percentuale decisamente superiore rispetto al 15%, limite stabilito nell’accordo sindacale, a dimostrazione  dell’attenzione dell’azienda sulle motivazioni alla base delle numerose richieste pervenute. Oltre il 76% delle adesioni provengono da donne (63 in totale), supportate principalmente da motivazioni legate alla gestione dei figli e all’assistenza ad un familiare, oltre a questioni logistiche legate alla distanza casa-azienda.