Innovazione

Un'industria con tassi di crescita del 18% annuo. Serve qualcuno che sappia dialogare con il mondo delle start up.

MILANO - Mentre si consumano le consultazioni per il nuovo governo Monti sembra lecito lanciare un seme per il futuro dell'Italia e della crescita del Pil, la cui debolezza è il vero cancro del bilancio pubblico, dell'occupazione e della speranza: anche se la bulimia dei prodotti tecnologici a cui ci ha abituati il consumismo 2.0 ci trasmette l'idea di un settore più che altro merceologico, l'economia digitale ha ormai uno status nobile di cui vale la pena interessarsi. Secondo le più recenti analisi di McKinsey l'industria del web in Italia rappresenta ormai il 2% del Pil, cioè oltre 30 miliardi di euro, e per Marc Vos, managing director di Boston Consulting Group, si stima un solido 4% entro il 2015. Poco? Oggi l'Agricoltura - che ha un proprio ministero - rappresenta il 2,63% del Pil (dati Istat). E dunque è probabile che nella prossima legislatura avvenga il sorpasso: più Internet, meno cabernet, rielaborando un vecchio e famoso graffito popolare.

BRUNO RUFFILLI, TORINO
Il world wide web è la più nota delle tante facce di Internet. Ha compiuto vent’anni qualche mese fa, se si considera quando è stata messa online la prima pagina con testo e link, oppure ventuno, calcolando come inizio la proposta di uno standard unico per condividere informazioni tramite ipertesti. In entrambi i casi, o anche andando indietro fino al 1989, quando ha cominciato a lavorare al suo progetto, dietro il World Wide Web c’è Tim Berners-Lee. Inglese, 56 anni, oggi insegna al Mit ed è stato nominato baronetto dalla regina Elisabetta II per la sua invenzione più famosa. Ne ha parlato ieri a Roma, alla conferenza «Happy Birthday Web», in compagnia di numerosi ospiti italiani e internazionali.

Un nuovo studio dice che la metà degli adulti che navigano online sono sui social network, un altro indizio della crescente influenza di società come Facebook. L’analisi è stata condotta da Pew Internet & American Life Project e offre risultati sbalorditivi, il 65 per cento di tutti gli utenti Internet adulti sono su siti come Facebook o LinkedIn, più del doppio rispetto al 29 per cento nel 2008 e del 5% nel 2005. Le prossime strategie pubblicitarie accantoneranno Adwords?

Un circuito che imita le funzioni del sistema nervoso: è il progetto SyNapse, appena presentato da Ibm. I futuri sistemi cognitivi rivoluzioneranno la scienza grazie a una capacità di calcolo e memoria sovrumane.

È IL PRIMO PASSO concreto verso un futuro in cui i computer ragioneranno come il cervello umano, grazie a reti neurali di sinapsi, che apprenderanno dall’esperienza e dall’ambiente. La promessa è risolvere problemi trovando un ordine, adesso invisibile, nella complessità del reale.

È il risultato del progetto SyNapse, della storica azienda informatica Ibm, con la collaborazione di quattro università americane e finanziato dallo stesso governo americano. Che ha appena presentato i primi due prototipi di chip che funzionano come un cervello. Imitano infatti il sistema nervoso: sono fatti di nodi che elaborano le informazioni, alla stregua di neuroni digitali, collegati a memorie integrate che simulano le sinapsi.