Innovazione

Uso di Internet, studio di «Science» sui danni alla mente.

MILANO – Perché dovremmo fare uno sforzo mnemonico se c’è qualcuno che lo fa per noi? Al pari del calcolatore, che ha impigrito le abilità matematiche, ora la Rete sta infiacchendo significativamente la memoria degli esseri umani che delegano sempre più ogni sforzo di apprendimento ai motori di ricerca. Il che preoccupa molto gli esperti che in uno studio americano della Columbia University di New York delineano il ritratto di un mondo futuro malato di amnesia e sostenuto da una grande memoria collettiva e digitale. Come spiega Betsy Sparrow, autrice della ricerca, la Rete è divenuta una sorta di memoria transattiva: una memoria esterna, comoda e utilissima che fa tutto al posto nostro.

In un minuto inviate 168 milioni di mail, su YouTube inseriti 600 nuovi video.

MILANO – Via la didascalia, via il testo lungo e superfluo: le infografiche sono ovunque. La crescente diffusione di questa, più o meno, nuova ramificazione della grafica è determinata dalla necessità di comunicare tanti dati in maniera riassuntiva ed efficace. L’ultima in ordine di tempo ha cercato di sintetizzare tutto ciò che succede in internet in un solo minuto. Il risultato? Un sovraccarico di informazioni.

La fase finale della Imagine Cup 2011: i migliori cervelli provano a cambiare il pianeta con software e nuove idee.

NEW YORK – «Hi, I’m Steve, nice to meet you». Lo Steve in questione è Mr. Steve-B, al secolo Steve Ballmer, il numero uno di Microsoft, l’uomo che si è visto affidare le redini della compagnia di Redmond direttamente dal fondatore Bill Gates. E i quattro ragazzi a cui stringe la mano dicendo loro «my pleasure» sono i componenti del team NeaSoft dell’Università Federico II di Napoli che rappresentano l’Italia alle finali mondiali dell’Imagine Cup 2011, la principale competizione mondiale di information technology che ha coinvolto complessivamente più di 350 mila studenti in 183 Paesi dei cinque continenti.

A Valencia parte oggi il raduno dei «geek», i genietti del pc e della Rete

MADRID
Ci sono storie che ribaltano così tanti luoghi comuni che danno il senso di come tutto sia possibile. Come la storia di Campus Party, il grande festival di tecnologia e innovazione che ogni anno raduna migliaia di «geek», i giovani geni del computer, e per giorni li rinchiude in un museo a programmare, discutere, inventare progetti e applicazioni nuove.

Campus Party non è nato in Silicon Valley né nei laboratori di una prestigiosa università americana. E non è nemmeno il frutto dell’idea e dell’iniziativa di un ingegnere informatico asiatico con inusuale vena imprenditoriale. Niente di tutto questo. È nato 15 anni fa nel Sud della Spagna da un disc jockey con la passione del computer che, con la fidanzata di allora e un amico che lavorava al Comune di Malaga, decise di organizzare un raduno per «geek», un’occasione per incontrarsi, programmare, confrontarsi, giocare. Insomma, un raduno che in gergo tecnico si chiamava (e si chiama ancora) «LAN Party».